12 febbraio 2015

Venerdì 13 marzo il film "Il Segreto d'Italia" al Cinema Astoria

Si terrà venerdì 13 marzo, alle ore 21.00, presso il Cinema Astoria di Anzio l'attesissima proiezione del film "Il Segreto d'Italia" di Antonello Belluco organizzata dall'Associazione di Promozione Sociale "Sleipnir" al termine della quale si terrà la seconda edizione del Premio "Daniele Lembo".
"Il film - spiega il Dott. Rodolfo Turano, presidente dell'Associzione Sleipnir - racconta di una storia d’amore (la protagonista è Romina Power) ambientata nella campagna veneta nella primavera del 1945, durante la sanguinosa guerra civile che causò la strage di Codevigo di cui ancora oggi si fa fatica a parlare"
"Codevigo - spiega Turano - è paesino della Bassa Padovana dove a partire dal 28 aprile i partigiani della 28esima Brigata Garibaldi, comandati da Arrigo Boldrini detto Bulow, uccisero senza processo e dopo crudeli torture 365 tra uomini e donne della Repubblica Sociale Italiana e civili accusati di simpatie fasciste. L'esecuzioni avvennero in piena notte e i cadaveri gettati nelle acque del fiume di Codevigo o in fosse comuni".
"Un odioso crimine - conclude Turano - di cui si è letto solo nei libri del Senatore missino Giorgio Pisanò e nel libro dell'ex Senatore leghista Antonio Serena I giorni di Caino. Solo Giampaolo Pansa nel Il sangue dei vinti ha avuto il coraggio di rievocare i massacri compiuti dai partigiani dopo il 25 aprile 1945 o la storia dei fascisti uccisi a Codevigo, come la maestra Corinna Doardo, che fu rapata a zero e portata in giro per le vie del paese prima di essere uccisa. La sottoposero a sevizie tali che il medico accertò che solo un orecchio era rimasto intatto, la fucilarono e poi abbandonarono il cadavere nudo nel cimitero".
Per le prevendite è possibile contattare il Sig. Massimo al n. 393 2843038 oppure presso la bigglietteria del Cinema Astoria di Anzio, in via Giacomo Matteotti n. 8.

25 gennaio 2015

BIRMANIA, INAUGURATA LA CLINICA “NETTUNIA” COSTRUITA GRAZIE ALL’IMPEGNO DI SLEIPNIR

E’ stata inaugurata la scorsa settimana a Mu Aye Pu in Myanmar (ex Birmania) la clinica “Nettunia” costruita con i proventi della mostra fotografica “Kawthoolei: scatti in zone di guerra nella Birmania Orientale” di Fabio Polese organizzata da Sleipnir lo scorso dicembre 2013 presso l'Osteria Controcorrente di Pasquale & Chiara in piazza Pia ad Anzio (RM).
"La clinica - spiega il Presidente della Comunità Solidarista Popoli Onlus Franco Nerozzi - serve un ampio bacino di utenza in un’area che era stata invasa dall'esercito birmano nel 2009. Riconquistata dalle forze Karen, la regione necessitava di una nuova struttura, poiché la precedente era stata saccheggiata e poi lasciata andare in rovina".
"Ringraziamo - continua Nerozzi - l’Associazione Sleipnir, il dottor Rodolfo Turano, l’Osteria Controcorrente e tutti gli amici che hanno contribuito all'iniziativa che ha portato alla raccolta dei fondi indispensabili alla realizzazione della clinica. Un ringraziamento anche al reporter Fabio Polese che ha esposto le sue foto sul Popolo Karen nell'ambito della stessa iniziativa".
"Nonostante il difficile momento economico - conclude Nerozzi - la Comunità Solidarista Popoli riesce, grazie al sacrificio e alla generosità di molti amici, a mantenere gli impegni assunti con i Karen e con i Palestinesi. Nel solco degli insegnamenti di Carlo Terracciano".

24 gennaio 2015

Segreto d'Italia: ad Anzio il film sulla strage partigiana di Codevigo

Siamo lieti di annunciare che verrà presto organizzata la proiezione del film "Il Segreto d'Italia" di Antonello Belluco. Il film, tanto atteso quanto boicottato sulla strage partigiana di Codevigo sarà proiettato presso il Cinema Astoria di Anzio nel mese di marzo in occasione della seconda edizione del Premio "Daniele Lembo"
"Il film di Antonello Belluco - spiega il Dott. Pietro Cappellari - ha subito una lunga e travagliata gestazione, tra divieti e minacce, che hanno sconvolto non solo il normale lavoro di produzione, ma anche messo in serio dubbio la riuscita del progetto. Il tenace regista, tuttavia, ha incredibilmente perseverato ed ha compiuto un vero e proprio miracolo, facendo proprio l’antico detto: “Parlerò anche se l’Inferno stesso si spalancasse per ordinarmi di tacere”. E l’Inferno si era aperto, ordinando di tacere… Tutta l’intellighenzia italiana – quella che si spartisce i soldi pubblici, si intende – è insorta contro quello che era da considerarsi un reato di “lesa maestà”. La fascio-fobia ha di nuovo annebbiato le menti di professori e politici, condannando il progetto cinematografico alla consunzione per mancanza di fondi, minacciando tecnici, comparse e attori che volevano condividere il "percorso belluchiano”.
"Mobilitando amici e le coscienze di chi credeva fermamente in quel progetto - spiega Cappellari - Belluco è riuscito a produrre un lungometraggio straordinario, che supera di gran lunga le “telenovele” blasonate del cinema italiano (quelle, per intenderci, che – prive di contenuti, ma ricche di “bambole gonfiate” – divorano voracemente i contribuiti statali per la cinematografia). Si è registrata una mobilitazione di popolo, quella comunità che, il 18 Novembre, si è stretta con affetto e stima intorno al regista e ai suoi “ragazzi”. Quella comunità che ha permesso la realizzazione del film". 
Ma cosa poteva contenere di così scandaloso "Il segreto di Italia", tanto da mettere al bando dalla “società che conta” chiunque avesse osato collaborare con il maestro Belluco? Cosa ha scatenato quell’incredibile “epidemia” che ha fatto fuggire chi pure aveva, in prima battuta, accettato di lavorare con il coraggioso e determinato regista? Nulla. In un’Italia dove anche la pornografia è considerata un’“arte” e le perversioni sono il simbolo del progresso, il lungometraggio belluchiano aveva la “colpa” di raccontare una storia d’amore all’ombra di una delle più efferate stragi partigiane del dopoguerra: quella di Codevigo. Un massacro che doveva essere per sempre dimenticato. Eppure Il segreto di Italia non è un documentario, non è un film storico né di guerra, ma una “semplice” pellicola drammatica che, uscendo fuori dal dorato percorso del politicamente corretto, riportava alla luce una triste vicenda italiana che molti – moralmente complici – volevano cancellare". Dopo il 28 Aprile 1945 crollato il fronte e ritiratisi i reparti italo-tedeschi, Codevigo venne occupata dall’8a Armata britannica, alle cui dipendenze operava il Gruppo di Combattimento “Cremona” e alcune bande partigiane, tra cui la 28a Brigata Garibaldi “Mario Gordini” al comando di Arrigo “Bulow” Boldrini, già Ufficiale della Milizia fascista. Quello che avvenne nei giorni successivi nella zona di Codevigo, ancor oggi, non ha responsabili. Si sa solo che in questa regione si scatenò una indiscriminata caccia al fascista che si trasformò in una delle più feroci mattanze che la storia d’Italia ricordi: quando nei primi anni ’60 fu possibile recuperare i corpi degli uccisi seppelliti in anonime fosse comuni, si contarono 136 cadaveri, di cui solo 114 vennero riconosciuti. Di decine di altri scomparsi in quei giorni di sangue non fu possibile ritrovare nulla, dispersi nelle campagne, trascinati via dai fiumi, inghiottiti dal “muro di gomma” che ha sempre circondato, con un’omertà diffusa, la strage antifascista".
"Il Segreto di Italia - prosegue Cappellari - ci permette di riflettere, a tanti anni di distanza dall'impunito eccidio, sulla Resistenza, su cosa avvenne a Codevigo dopo la fine della guerra, contro gente disarmata cui nulla poteva essere imputato, se non la fede nella propria Patria e a un’idea. Ma non è un film storico, la sua impostazione è su un quadro di riferimento diverso, dove la strage – sebbene centrale – rimane sullo sfondo di unastraordinaria storia d’amore, quella che lega la giovane Italia (Gloria Rizzato) al fascista Farinacci (Alberto Vetri) e questi ad Ada (Maria Vittoria Casarotti Todeschini), moglie di un eroe della Regia Aeronautica disperso in Grecia, fuggita da Fiume ormai in balia degli slavo-comunisti. L’amore è presentato nel suo aspetto più puro, senza mai una sbavatura o una volgarità. Ci si innamora del sorriso della quindicenne Italia, degli sguardi straordinari di Ada, del volto pulito di Farinacci. La loro interpretazione è a dir poco magnifica, trasmettendo allo spettatore una miriade di sentimenti e di passioni che lo rapiscono e lo accompagnano per tutto il film. Quello che più colpisce, non è solo il coraggio e il tratto con cui Belluco dipinge la strage partigiana non dimenticando, ad esempio, il martirio della maestra Corinna Doardo. Si rimane impressionati dal talento degli attori, dalle loro interpretazioni a dir poco perfette. Mai una nota stonata, mai una caricatura: Fabrizio Romagnoli, Andrea Pergolesi, Valerio Mazzuccato, Giovanni Capalbo, Elisabetta De Gasperi, Amedeo Gagliardi, Monica Garavello e tutti gli altri attori hanno dimostrato una professionalità rara nel panorama cinematografico italiano. Quanto è bello leggere i nomi di attori italiani, in un film italiano!
Alla fine, quello che rimane dentro al cuore, è un leggero dolore. Come il colpo di cannone che, sovente, si ascolta durante la proiezione annunciando l’arrivo della tempesta, dell’odio antifascista. Quel dolore che ho potuto scorgere negli occhi di Stelvio Dal Piaz, che ha rivissuto il momento del triste abbandono di Arezzo insieme al papà, proprio su una Balilla uguale a quella con cui la famiglia di Italia fugge da Codevigo durante la mattanza partigiana. Il dolore che ho visto negli occhi di Giuliana Tofani, figlia di un caduto della Repubblica Sociale Italiana, che ha ripensato a suo padre, alla sua fine, al suo messaggio d’amore per la Patria e l’idea". 
"Il Segreto di Italia - conclude Cappellari - è un film da vedere e rivedere, non solo perché il sorriso di Italia (Gloria Rizzato) e gli occhi di Ada (Maria Vittoria Casarotti Todeschini) ci hanno letteralmente rapito. Il lungometraggio ha avuto un merito: quello di dare voce, dopo tanti anni, a chi voce non l’ha mai avuta. Ai caduti della RSI, uccisi ingiustamente fisicamente e, poi, vigliaccamente anche nella memoria collettiva. Di loro non si doveva parlare. Non erano degni di nessun ricordo. E quanto hanno sofferto i parenti delle vittime, aggiunge solo dolore al dolore. Il martirio e il silenzio. Obbligato. Quante sofferenze e quante dure lotte ha dovuto sostenere l’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI per poter aver almeno un piccolo luogo dove pregare i nostri morti, i morti per l’Italia. Quel piccolo sacrario che, oggi, si può visitare, con il cuore che si stringe, a Codevigo. Tra i nomi incisi sul marmo ecco il S.Ten. Farinacci Fontana, che è anche uno dei protagonisti del film, su cui si posa, come ad accarezzarlo, la mano di un’ormai anziana Italia (Romina Power). Oggi, possiamo dire, che Farinacci – e tutti i caduti nella strage di Codevigo – non sono più soli e hanno una voce. Grazie Antonello, Romina, Gloria, Maria Vittoria, Alberto… e a tutti coloro che hanno permesso questo miracolo, non solo cinematografico"

16 aprile 2014

Allo scrittore Paolo Zanetov il Primo Premio "Daniele Lembo"

Al termine del quarto e ultimo appuntamento della rassegna editoriale "Libro e Moschetto" il Vicesindaco di Anzio Giorgio Zucchini ha consegnato il Primo Premio "Daniele Lembo" allo scrittore Paolo Zanetov, autore del libro "Cuori rossi contro cuori neri".
Il libro di Zanetov racconta la storia segreta della criminalità di destra e di sinistra, dal rapimento e l’uccisione di Aldo Moro alle stragi di piazza Fontana e della stazione di Bologna. Pagine di storia scritte da uomini e donne che la passione politica ha trasformato in fuorilegge, aguzzini, assassini. La contrapposizione tra fascisti e comunisti è stata a lungo condizionata dal ricorso a una violenza spietata, sorretta da teorie folli e deliranti comunicati che ha seminato una scia di sangue che arriva fino ai giorni nostri tra minacce, faide, lotte intestine, attentati e stragi. Gli anni di piombo hanno segnato l’apice di questo processo con organizzazioni terroristiche che frontalmente opposte hanno compiuto destabilizzanti azioni eversive, spesso in accordo con la criminalità organizzata e i servizi segreti deviati. Zenetov e Sidoni ripercorrono gli ultimi settant'anni di storia italiana, alla ricerca delle matrici ideologiche, politiche e culturali che hanno ispirato Giuliano alle Brigate Rosse, Giangiacomo Feltrinelli i Nuclei Armati Rivoluzionari.
Gli interventi di Paolo Zanetov e dell'ex Vicedirettore del TG1 Roberto Rossetti sono stati così avvincenti che le numerose copie del libro disponibili in sala sono andate velocemente a ruba, lasciando (purtroppo!) molti ospiti a bocca asciutta.
Si conclude così, dopo gli incontri con Stefano Delle Chiaie, Mario Michele Merlino, Nicola Rao e Paolo Zanetov, la rassegna editoriale "Libro e Moschetto" organizzata dall'Associazione Sleipnir per ricordare l'amico, giornalista e scrittore Daniele Lembo, scomparso prematuramente lo scorso 17 marzo.

8 aprile 2014

Anzio, Paolo Zanetov e Paolo Sidoni presentano "cuori rossi contro cuori neri"

Paolo Zaneton e Paolo Sidoni saranno gli ospiti del quarto e ultimo appuntamento della rassegna editoriale "Libro e Moschetto, Armoamoci di Cultura" organizzato dall'associazione Sleipnir, che si terrà
 sabato 12 aprile, alle ore 18.00, presso la Sala Consiliare di Villa Sarsina.
All'evento parteciperà anche il prof. Augusto Sinagra, che avrà l'onore di ricordare il nostro amico giornalista e scrittore Daniele Lembo, a cui la rassegna editoriale è dedicata. A seguire il Vicesindaco di Anzio Giorgio Zucchini consegnerà allo scrittore Zanetov il primo Premio Daniele Lembo, realizzato dal maestro ceramista Vittorio Ruocco.
Per maggiori informazioni consultare la pagina Facebook "Associazione Sleipnir".

2 aprile 2014

Nicola Rao racconta la storia del neofascimo italiano

Il Caporedattore del TGR Lazio Nicola Rao ha partecipato al terzo appuntamento della rassegna editoriale “Libro e Moschetto. Armiamoci di Cultura” organizzato dall’Associazione Sleipnir, che si è svolto sabato 29 marzo presso la Sala Consiliare di Villa Sarsina, per presentare il suo ultimo libro “Trilogia della Celtica”.
Rao è stato intervistato dal Direttore de “Il Granchio” Ivo Iannozzi, che con le sue domande ha dato vita ad un interessante dibattito sul neofascismo, dal dopoguerra ad oggi, durato circa un’ora e mezza. Nella "Trilogia della Celtica" Rao raccoglie infatti un unico volume, con aggiornamenti e nuovo materiale, i sui tre libri dedicati al neofascismo italiano: "La fiamma e la celtica", "Il sangue e la celtica" e "Il piombo e la celtica".
“L’idea di scrivere questa trilogia – spiega Rao – che raccoglie tre libri differenti, che ho scritto in periodi diversi, nasce dalla lettura di un libro di Giorgio Bocca “Noi terroristi” del 1985, uscito tre anni dopo la fine della lotta armata con interviste a molti dei dirigenti, dei militanti e degli animatori dell’estrema sinistra, dalle Brigate Rosse a Prima Linea, con cui Bocca riuscì a parlare per la prima volta e in alcuni casi per l’unica volta, in quando dopo aver parlato con Bocca molti di loro non parlarono più con nessun giornalista”.
“Giorgio Bocca – continua Rao – realizzò un capolavoro giornalistico, perché per la prima volta dopo 10 anni in cui terroristi avevano insanguinato l’Italia tentando di spiegare le loro follie con dei comunicati o dei documenti più o meno comprensibili, per la prima volta si aprirono a un giornalista e grazie all’abilità di questo grande giornalista riuscì a capire cosa avevano in testa queste persone, i loro progetti, le loro strategie, i loro obiettivi e questa idea di raccontare un fenomeno partendo dal racconto di chi l’ha animato, dei protagonisti, fu un’idea che mi colpi molto, così cominciai a pensare di fare la stessa cosa a destra”.
“Quando nel 1995 ho cominciato a seguire quotidianamente per ADN Kronos le vicende della nascente Alleanza Nazionale – racconta Rao – ho recuperato quell’idea, spostando la mia attenzione dalla parte armata a quella più politica, e con una serie di numerosi incontri con diversi protagonisti del neofascismo, ho dato vita alla Fiamma e la Celtica, uscito nel 2006, che fu un grande successo, insperato e inaspettato”.
“La Fiamma e la Celtica – spiega Rao – che è la rielaborazione di un mio libro precedente “Neofascisti”, si concentra su aspetti storici politici e culturali dell’ambiente del neofascismo, raccogliendo testimonianze importanti, di personalità scomparse da lì a poco, come Ernesto Di Marzio, Cesco Giulio Baghino, Enzo Erra e tanti altri animatori della vicenda del neofascismo italiano, vicenda molto complessa e ricca, dal punto di vista dell’elaborazione culturale e dal punto di vista strettamente politico”.
“Dopo – conclude Rao - ho recuperato la mia vecchia idea di scrivere la storia armata del neofascismo raccontato dai protagonisti, così uscì il “Sangue e la Celtica”, dove racconto la cosiddetta violenza nera, le vicende dello stragismo con tutti i sui dei tabù, le sue storie scabrose e tutti i suoi misteri ancora oggi. Infine, a conclusione di questa vicenda, uscì “Il Piombo e la Celtica” che ruota intorno allo spontaneismo armato, il fenomeno dei NAR, di Valerio Fioravanti e del terrorismo nero”.
Il video integrale dell’incontro è disponibile sulla pagina Facebook “Associazione Sleipnir” e sull’omonimo canale YouTube. Il libro è invece disponibile presso la libreria “Pagina 33” in via XX Settembre ad Anzio. Quarto e ultimo appuntamento della rassegna editoriale sabato 12 aprile, alle ore 18.00 e sempre a Villa Sarsina, con Paolo Zanetov e Paolo Sidoni, che presenteranno il loro libro “Cuori rossi contro cuori neri”.

Il video integrale di Nicola Rao